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Sulla soglia

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I bambini morti e quelli uccisi dall’indifferenza

 

Cade la vita

dai giochi a nascondino

da notti strette al seno

da mani sullo sdentato sorriso

da occhi in gara di aquiloni,

 

cade senza rumore

e senza eco d’esistenza:

spogliata dall’ indifferenza

nella memoria si muove vuota

e confusa ombra insegue nel nulla

una voce per dare volto e corpo

all’anima che è stata bambina.

 

Un silenzio rumoreggia di colpe

le coscienze spettatrici del male

e una speranza stagna nei deboli sforzi

di offrire amore a chi dalla morte fugge.

 

 

 

Quelli che non contano

 

Il torace bucato, diviso,

le mani strappate,

il volto perduto nel sangue,

si intrecciano nella catena

di pietà che sorregge lo sguardo:

voglia di non vedere

e di negare il male.

Voglia di non sentire

le ripetute promesse inutili,

i graffi dell’ipocrisia,

le regole del benessere

giaculatorie che cancellano

l’egoismo di lasciare uccidere

i piccoli che non contano.

 

Siamo colpevoli con mani smacchiate

da una coscienza addormentata

nell’ozio ubriaco solo di sé.

 

 

 

La soglia

 

Forse la soglia appare di luce

ad occhi di sangue colmi,

a mani infisse in aghi,

a pelli in scossa di dolore:

e forse sembra di morte

ai festaioli in abuso di piacere,

 

ma la soglia c’è, nell’abbraccio

a passi immaturi di cammino,

a sorrisi di acerbe domande,

la soglia c’è,

è altra Vita.

 

 

 

Taci

 

Taci: è finita,

non piangere più, non urlare tremando,

non disperare ruotando lo sguardo

oltre quel confine di occhi cattivi,

non sbattere i piedi, la testa, il corpo

in un sussulto che muove a pietà

anche il male.

Ora taci,

lascia che il sangue esca tranquillo,

che il respiro fermi il suo ansimare,

il suo singulto, lascia che le dita

allentino la presa del palmo,

che i denti battano marce di morte;

taci: è finita,

ora una cadaverica pace solleverà il capo

sopra una terra sporca di crudeli impronte di guerra,

ti innalzerà dove lontano vedrai al tramonto

la tua casa prima che il buio oltre la soglia

dia luce diversa per guardare piccole

le cose della vita,

 

noi qui piangiamo senza speranza di pace,

ripetiamo misericordia di parole,

promesse di tregua, sogni di sorrisi di bimbi:

ipocrite lacrime segnano percorsi asciugati

dal vento di illusioni vecchie e spergiure.


[ Poesie tratte da Sulla soglia, Edizioni Lepisma ]



 Maria Squeglia - 20/10/2011 18:13:00 [ leggi altri commenti di Maria Squeglia » ]

Tutta l’indignazione e il dolore del poeta non possono mutare il marciume e la sofferenza,i versi entrano nell’anima,la poesia è vera.

 Maria Grazia Cabras - 06/10/2011 17:52:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Cabras » ]

Quasi poesie-manifesto dense assertive. Maria Rita Bozzetti denuncia la brutale realtà degli ultimi: versi di indignazione - i suoi - eco che brucia dilata lo spazio

 Franca Alaimo - 05/10/2011 22:00:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Sono poesie di una testimone del nostro tempo, che osserva e descrive fatti crudeli di morte e violenza per scuotere la coscienza dei lettori. Lo scopo è raggiunto perché sostenuto da una parola ben modulata, capace di veicolare emozioni ed idee.

 maria rita bozzetti - 04/10/2011 11:13:00 [ leggi altri commenti di maria rita bozzetti » ]

Ringrazio quanti hanno letto e hanno voluto lasciare un commento.Condividere i problemi degli ultimi e sentirne il dolore è un mezzo sensibile di comunicazione, è un gradino necessario per operare un cambiamento nella società.Grazie.

 Loredana Savelli - 03/10/2011 17:45:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Siamo colpevoli con mani smacchiate
da una coscienza addormentata
nell’ozio ubriaco solo di sé."

Quest’accusa (o autoaccusa) brucia particolarmente. Contiene la radice di tutte le colpe.

Poesie veramente intense. Da leggere, meditare e soprattutto diffondere.

 Giacomo Leronni - 03/10/2011 17:25:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Leronni » ]

Onore ai troppi bambini vittime dell’assurda violenza che sappiamo creare e onore alla poesia che sa celebrarne il sacrificio spoglio e terribile. Grazie a Maria Rita Bozzetti. Un libro, il suo, da tenere assolutamente con sé...

 Narda Fattori - 03/10/2011 17:07:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

E’ poesia del dolore e dell’indignazione. Batte alla coscienza e ci richiama ad una fratellanza e ad una condivisione che s’è dispersa fra gli egoismi e gli egotismi di questi squallidi tempi. Anche la vita perde di dignità se sprezzata , smerciata, ridotta a uso e consumo.
Per questo la poesia vera è sempre civile, è azione , è riappropriazione di un’etica umana e comunitaria.

 Maurizio Sciascia - 03/10/2011 11:00:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Sciascia » ]

Bellissime!

"Siamo colpevoli con mani smacchiate
da una coscienza addormentata
nell’ozio ubriaco solo di sé"

sono versi che tornano in faccia come schiaffi, per scuoterci da un torpore che non può e non deve esistere in una società come la nostra; Che non ci deve lasciare indifferenti davanti all’abominio subito dai più piccoli ed indifesi.


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