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al testo di Redazione LaRecherche.it
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I bambini morti e quelli uccisi dall’indifferenza Cade la vita dai giochi a nascondino da notti strette al seno da mani sullo sdentato sorriso da occhi in gara di aquiloni, cade senza rumore e senza eco d’esistenza: spogliata dall’ indifferenza nella memoria si muove vuota e confusa ombra insegue nel nulla una voce per dare volto e corpo all’anima che è stata bambina. Un silenzio rumoreggia di colpe le coscienze spettatrici del male e una speranza stagna nei deboli sforzi di offrire amore a chi dalla morte fugge. Quelli che non contano Il torace bucato, diviso, le mani strappate, il volto perduto nel sangue, si intrecciano nella catena di pietà che sorregge lo sguardo: voglia di non vedere e di negare il male. Voglia di non sentire le ripetute promesse inutili, i graffi dell’ipocrisia, le regole del benessere giaculatorie che cancellano l’egoismo di lasciare uccidere i piccoli che non contano. Siamo colpevoli con mani smacchiate da una coscienza addormentata nell’ozio ubriaco solo di sé. La soglia Forse la soglia appare di luce ad occhi di sangue colmi, a mani infisse in aghi, a pelli in scossa di dolore: e forse sembra di morte ai festaioli in abuso di piacere, ma la soglia c’è, nell’abbraccio a passi immaturi di cammino, a sorrisi di acerbe domande, la soglia c’è, è altra Vita. Taci Taci: è finita, non piangere più, non urlare tremando, non disperare ruotando lo sguardo oltre quel confine di occhi cattivi, non sbattere i piedi, la testa, il corpo in un sussulto che muove a pietà anche il male. Ora taci, lascia che il sangue esca tranquillo, che il respiro fermi il suo ansimare, il suo singulto, lascia che le dita allentino la presa del palmo, che i denti battano marce di morte; taci: è finita, ora una cadaverica pace solleverà il capo sopra una terra sporca di crudeli impronte di guerra, ti innalzerà dove lontano vedrai al tramonto la tua casa prima che il buio oltre la soglia dia luce diversa per guardare piccole le cose della vita, noi qui piangiamo senza speranza di pace, ripetiamo misericordia di parole, promesse di tregua, sogni di sorrisi di bimbi: ipocrite lacrime segnano percorsi asciugati dal vento di illusioni vecchie e spergiure. |
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